La danza popolare quale motore di integrazione.
MG_4361-714x402

I componenti di una classe non si scelgono tra loro, non è un gruppo di amici e non sono parenti , ma devono convivere insieme per diverse ore al giorno, per diversi anni. Mettere insieme tante anime diverse, soprattutto di adolescenti, crea spesso, delle polveriere che poi occorre gestire. In questa proposta si è scelto forse azzardando, di coinvolgere il gruppo in un percorso di danze popolari. L’ho definita azzardata, per diversi aspetti: -la percezione del proprio corpo: già in età preadolescenziale si notano difficoltà e resistenze a muoversi in uno spazio in maniera differente da quella solita ad esempio girare su sé stessi, camminare all’indietro, camminare evitando ostacoli, etc. Competenze motorie che dovrebbero essere già pienamente acquisite e che invece sono spesso carenti e deficitarie. -la paura di mostrarsi troppo, di esporsi, di fare notare debolezze con quelli che consideriamo sconosciuti. – il rifiuto di tutto ciò che è ignoto, poco conosciuto, fuori dai canoni, dalle mode e dalle proprie consuetudini. Insieme a tutto questo si devono aggiungere spazi inadeguati, attrezzature minime, insegnanti poco disponibili e tutto ciò che di respingente può avere la scuola secondaria di primo grado.   Ma la riflessione e la proposta successiva è nata soprattutto per smontare tutte queste difficoltà, con in più , la volontà  di creare un percorso che fosse davvero inclusivo, non solo per chi ha una disabilità conclamata, ma anche per chi è in difficoltà a relazionarsi con gli altri.   Questo percorso è durato un intero anno scolastico, con […]