Presentazione

Questo blog nasce da una giornata di formazione del Servizio di educativa scolastica del Comune di Quartu S. Elena. Troverete riflessioni, commenti, esperienze svolte da educatrici ed educatori che fanno parte della Cooperativa Cemea della Sardegna.

Diversamente Integrazione

Integrazione: Inserzione, incorporazione, assimilazione di un individuo, di una categoria, di un gruppo etnico in un ambiente sociale, in un’organizzazione, in una comunità etnica, in una società costituita La scuola è una una piccola società al cui interno ci sono mille sfumature diverse. Le mille sfumature dei colori che ne compongono il mondo. Queste mille sfumature sono le persone, ognuna con le proprie specificità contribuisce a costruire la società che siamo. Non sempre però tutti questi colori sono accolti nella medesima maniera, alcuni vengono “banditi” “relegati” negli angoli della società scuola, che non siano troppo evidenti a tutti, che non stonino nel quadro generale. Spesso la parola integrazione nel contesto scolastico viene svuotata del suo significato e ridefinita a piacimento. Alcuni dei ragazzi sono considerati inadatti all’ambiente, non sono in grado di comportarsi e di stare insieme agli altri, sono considerati elementi di disturbo che devono essere in qualche modo messi fuori gioco. Spesso si utilizza la modalità dell’esclusione da quelli che dovrebbero invece essere considerati momenti fondamentali dell’esperienza di crescita. In maniera particolare mi riferisco a quelle che in termini scolastici vengono definiti “viaggi d’istruzione”, se la persona in questione ha dei comportamenti poco consoni si pensa bene di escluderlo da questo dipo di percorso. Perchè viene definito viaggio d’istruzione se poi in realtà possono accedere solo quelle persone che il sistema scolastico definisce “idonee”? Il viaggio d’istruzione fa parte del percorso di studi ed è a mio parere il più completo, il più completo perchè si fonda sull’esperienza […]

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Lavorando nel servizio di educativa scolastica da anni mi ritrovo, mio malgrado, a dover lavorare sulle materie scolastiche: italiano, geografia, storia, ma anche matematica, tecnologia…insomma un po’ tutte soprattutto se ci lavori da tanti anni… ma qui arriva il quid ogni volta: cos’ è l’affiancamento con quel minore e soprattutto come devo farlo con lui o lei? Ma ancora perchè io educatrice, per scelta, dovrei lavorare sulle materie scolastiche quando potrei fare tante altre cose con quel minore? Devo dire, innanzitutto che una delle prime riflessioni che faccio ogni volta è quella di capire con l’insegnante quali siano gli aspetti che ritiene fondamentali per il ragazzo/a; vedere come l’insegnante lavori con il gruppo per capire poi cosa posso metterci di mio, ma soprattutto se questo lavoro sia in linea con gli obiettivi generali del mio progetto educativo. E questo è forse l’aspetto fondante del perchè debba essere fatta anche questo a scuola. Quindi quella materia e quella parte di programma può tornare utile alla crescita di chi ho in carico? Considerando buona la risposta affermativa si parte dal fatto che l’attività venga svolta in classe, adattando quello che sta spiegando l’insegnante al ragazzo/a, spesso semplificando ciò che viene fatto o meglio utilizzando un linguaggio e dei percorsi che si adattino a come meglio apprende chi è vicino a me. Detto questo naturalmente le modalità cambiano da ragazzo a ragazzo come dipende dall’argomento o la materia, in linea di massima l’obiettivo è che gli elementi fondanti di quella materia diventino parte […]

Il laboratorio di cucina
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Le attività e i laboratori di cucina danno l’opportunità di compiere azioni educative in grado di stimolare lo sviluppo spico-fisico, la socializzazione, le autonomie e il bagaglio culturale. Usare le mani significa promuovere il “creare e realizzare”. Attraverso i laboratori di cucina è possibile veicolare anche un il principio di stagionalità dei prodotti del proprio territorio. Attraverso la preparazione scelta, si permette di manipolare i vari ingredienti, sperimentare sapori, rafforzare la cooperazione nel gruppo e condividendo il risultato nel momento di convivialità si facilita notevolmente la socializzazione. Tipo di laboratorio: laboratorio di cucina Obiettivi: durante l’attività è possibile facilitare e promuovere la socializzazione, la cooperazione, la manipolazione, le autonomie, la conoscenza di strumenti nuovi e un nuovo approccio all’apprendimento didattico delle misure. Educare ad una alimentazione corretta, promuovere la manualità, aumentare l’autostima e le autonomie emotive, conoscenza di se e sviluppo cognitivo. Modalità operative: le attività di cucina sono pensate per un piccolo gruppo in un ambiente che permetta la libertà di movimento. È necessaria la presenza di un tavolo o la possibilità di crearlo con l’ unione di banchi. Gli strumenti necessari quali frullatore, bilancia, mestoli ecc e gli ingredienti devono essere disposti e presentati ai minori. Gli ingredienti che serviranno alla realizzazione delle ricette (biscotti, pasta fresca, macedonie ecc) è preferibile che siano in parte portati dai ragazzi affinché si rafforzi la partecipazione e il coinvolgimento al laboratorio. Il piccolo gruppo dovrà possibilmente cambiare di volta in volta per permettere al minore di relazionarsi man mano con il […]

Una formazione permanente
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Il ruolo dell’educatore è un ruolo in continua evoluzione, mai ci si può considerare arrivati e mai si può aver la presunzione di avere la formula giusta e infallibile per poter svolgere il proprio lavoro. La variabilità interindividuale tra le persone con cui si ha a che fare è talmente ampia che ciò che può funzionare con l’uno può diventare frustrante per l’altro. Va da se che tutto quel che abbiamo studiato per conseguire il titolo all’università, per quanto possa essere utile nel creare le nostre riflessioni, va arricchito da ulteriori strumenti sia pratici che teorici che possano incrementare le nostre proposte sia in fase di progetto sia nella pratica quotidiana. Quali strade possiamo prendere noi aspiranti educatori una volta usciti dall’università? La prima è sicuramente quella che ci porta ad acquisire delle tecniche spendibili con persone di diverse età, capacità, interessi, delle tecniche che partano dal semplice e immediato e che ci aiutino a sperimentare e creare proposte calibrate ad hoc per le persone che l’educatore accompagna nei percorsi di crescita. La seconda, strettamente legata alla prima, è quella dell’approfondimento teorico delle metodologie che ci permettano di utilizzare al meglio le tecniche e gli strumenti che stiamo via via facendo nostri. Conoscere la storia e l’evoluzione del pensiero di coloro che hanno evidenziato l’importanza delle esperienze individuali nei processi di crescita, ci fornirà sicuramente delle lenti molate ad hoc per osservare i contesti con i quali ci confrontiamo. Le due strade si incontrano in una terza che è quella […]

La danza popolare quale motore di integrazione.
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I componenti di una classe non si scelgono tra loro, non è un gruppo di amici e non sono parenti , ma devono convivere insieme per diverse ore al giorno, per diversi anni. Mettere insieme tante anime diverse, soprattutto di adolescenti, crea spesso, delle polveriere che poi occorre gestire. In questa proposta si è scelto forse azzardando, di coinvolgere il gruppo in un percorso di danze popolari. L’ho definita azzardata, per diversi aspetti: -la percezione del proprio corpo: già in età preadolescenziale si notano difficoltà e resistenze a muoversi in uno spazio in maniera differente da quella solita ad esempio girare su sé stessi, camminare all’indietro, camminare evitando ostacoli, etc. Competenze motorie che dovrebbero essere già pienamente acquisite e che invece sono spesso carenti e deficitarie. -la paura di mostrarsi troppo, di esporsi, di fare notare debolezze con quelli che consideriamo sconosciuti. – il rifiuto di tutto ciò che è ignoto, poco conosciuto, fuori dai canoni, dalle mode e dalle proprie consuetudini. Insieme a tutto questo si devono aggiungere spazi inadeguati, attrezzature minime, insegnanti poco disponibili e tutto ciò che di respingente può avere la scuola secondaria di primo grado.   Ma la riflessione e la proposta successiva è nata soprattutto per smontare tutte queste difficoltà, con in più , la volontà  di creare un percorso che fosse davvero inclusivo, non solo per chi ha una disabilità conclamata, ma anche per chi è in difficoltà a relazionarsi con gli altri.   Questo percorso è durato un intero anno scolastico, con […]